John Arnold DeMarco (Johnny Depp), seduttore impenitente, si crede la reincarnazione di Don Giovanni. Dopo un tentato suicidio viene affidato alle cura dell'attempato psichiatra Jack Mickler (Marlon Brando), che faticherà a districarsi nei contorti meandri della mente del paziente, tra invenzioni e realtà. Sorta di rilettura in chiave contemporanea del Don Juan byroniano, il film è un confuso pastiche tra romanticismo, erotismo, psicanalisi e momenti che sfiorano il surrealismo puro, sfilacciato e senza forma. Johnny Depp è affascinante nel ruolo dell'adorabile e appassionato psicopatico, ma non è abbastanza bravo per dare forma a una vicenda labile, senza capo né coda, indecisa fin dal primo minuto sulla direzione da imboccare. Catturato in uno dei suoi ultimi ruoli, Marlon Brando è appesantito e triste, e Doña Ana (Géraldine Pailhas), che farebbe perdere la testa al dongiovanni protagonosta, è bella ma totalmente insipida. Qualche scena di erotismo esotico (Don Juan e Ana che amoreggiano in spiaggia) non serve molto ad aggiustare il tiro. Malandato esordio registico dello sceneggiatore Jeremy Leven, la cui carriera di cineasta non è decollata, poco sorprendentemente, dopo questo primo passo falso.