Duel
Duel
1971
Paese
Usa
Generi
Azione, Thriller
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Steven Spielberg
Attori
Dennis Weaver
Jacqueline Scott
Durante un banale viaggio di lavoro, un placido automobilista (Dennis Weaver) viene perseguitato dalla ossessiva presenza di una autocisterna. Quando il tir comincerà a speronare sempre più furiosamente la sua Plymouth Valiant, sarà chiaro che le reali intenzioni dell'oscuro conducente sono più pericolose del previsto.
Girato in soli tredici giorni, Duel è il primo lungometraggio ufficiale realizzato dall'esordiente Steven Spielberg, dopo una serie di cortometraggi e produzioni amatoriali (tra cui il lungo Firelight del 1964). Originariamente concepito come film per la televisione, con una durata complessiva di 73 minuti poi portati a 90 (quando la Universal decise di lanciare il film nel circuito cinematografico), è un esemplare saggio audiovisivo sulla costruzione della paura. È stato uno degli esordi più felici degli anni ‘70, ancora oggi ammirato per le sue innegabili doti di brillantezza, ritmo ed essenzialità. Sfruttando al meglio il potenziale di un geniale racconto di Richard Matheson, Spielberg riesce a spaventare senza mostrare, basandosi per intero sulla allucinata suggestione di una minaccia incancellabile, senza volto e senza movente. In nuce, ma ben evidenti, ci sono già molti degli ingredienti decisivi che dopo soltanto quattro anni avrebbero decretato il successo di un film come Lo squalo (1975).
Girato in soli tredici giorni, Duel è il primo lungometraggio ufficiale realizzato dall'esordiente Steven Spielberg, dopo una serie di cortometraggi e produzioni amatoriali (tra cui il lungo Firelight del 1964). Originariamente concepito come film per la televisione, con una durata complessiva di 73 minuti poi portati a 90 (quando la Universal decise di lanciare il film nel circuito cinematografico), è un esemplare saggio audiovisivo sulla costruzione della paura. È stato uno degli esordi più felici degli anni ‘70, ancora oggi ammirato per le sue innegabili doti di brillantezza, ritmo ed essenzialità. Sfruttando al meglio il potenziale di un geniale racconto di Richard Matheson, Spielberg riesce a spaventare senza mostrare, basandosi per intero sulla allucinata suggestione di una minaccia incancellabile, senza volto e senza movente. In nuce, ma ben evidenti, ci sono già molti degli ingredienti decisivi che dopo soltanto quattro anni avrebbero decretato il successo di un film come Lo squalo (1975).
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