Francesco, giullare di Dio
1950
Paese
Italia
Generi
Biografico, Drammatico, Storico
Durata
85 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Roberto Rossellini
Attori
Aldo Fabrizi
Nazario Gerardi
Arabella Lemaitre
Peparuolo
Severino Pisacane
Sette episodi slegati tratti dai Fioretti di San Ginepro, uno dei discepoli di Francesco d'Assisi (Nazario Gerardi), con in comune solo il gruppo di frati della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli.
Abbandonati i canoni del Neorealismo, Roberto Rossellini si avvicinò a un cinema più intimo e astratto, i cui episodi più noti sono quelli che vanno a costituire la cosiddetta “trilogia della solitudine”, ossia Stromboli terra di Dio (1950), Europa ‘51 (1952) e Viaggio in Italia (1954). Meno famoso, ma forse ancora più animato da un afflato spirituale e mistico, è Francesco, giullare di Dio, trasposizione cinematografica molto libera e personale della vita di Francesco d'Assisi. Per Rossellini, che non rinuncia a ritorni di fiamma neorealisti (il gruppo di frati è reale e spesso ruba la scena ai protagonisti), Francesco rappresenta la personificazione di un approccio puro, innocente e quasi fanciullesco alla vita che, attraverso lo stile candido e leggiadro scelto dal regista (fondamentali le musiche eteree di Renzo Rossellini), riesce a diventare, lentamente, una vera e propria sfida alla modernità. Tutti gli episodi sono animati da un calore spirituale avvolgente ma mai afoso, che trova il suo apice nel capitolo con Aldo Fabrizi nella parte del tiranno Nicolao. Quasi ignorato, venne poi rivalutato con gli anni. Pasolini ammise di essersi ispirato a questo film per il Il vangelo secondo Matteo (1964) e Uccellacci e uccellini (1966). Scritto da Rossellini con la collaborazione di Federico Fellini, Brunello Rondi, Sergio Amidei, padre Antonio Lisandrini e padre Félix Morlion. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Abbandonati i canoni del Neorealismo, Roberto Rossellini si avvicinò a un cinema più intimo e astratto, i cui episodi più noti sono quelli che vanno a costituire la cosiddetta “trilogia della solitudine”, ossia Stromboli terra di Dio (1950), Europa ‘51 (1952) e Viaggio in Italia (1954). Meno famoso, ma forse ancora più animato da un afflato spirituale e mistico, è Francesco, giullare di Dio, trasposizione cinematografica molto libera e personale della vita di Francesco d'Assisi. Per Rossellini, che non rinuncia a ritorni di fiamma neorealisti (il gruppo di frati è reale e spesso ruba la scena ai protagonisti), Francesco rappresenta la personificazione di un approccio puro, innocente e quasi fanciullesco alla vita che, attraverso lo stile candido e leggiadro scelto dal regista (fondamentali le musiche eteree di Renzo Rossellini), riesce a diventare, lentamente, una vera e propria sfida alla modernità. Tutti gli episodi sono animati da un calore spirituale avvolgente ma mai afoso, che trova il suo apice nel capitolo con Aldo Fabrizi nella parte del tiranno Nicolao. Quasi ignorato, venne poi rivalutato con gli anni. Pasolini ammise di essersi ispirato a questo film per il Il vangelo secondo Matteo (1964) e Uccellacci e uccellini (1966). Scritto da Rossellini con la collaborazione di Federico Fellini, Brunello Rondi, Sergio Amidei, padre Antonio Lisandrini e padre Félix Morlion. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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