Gallo cedrone
1998
Paese
Italia
Generi
Commedia, Grottesco
Durata
93 min.
Formato
Colore
Regista
Carlo Verdone
Attori
Carlo Verdone
Regina Orioli
Paolo Triestino
Ines Nobili
Enrica Rosso
Tony Brennero
Maria Luisa Busi
Armando Feroci (Carlo Verdone) è un volontario della Croce rossa sequestrato e condannato a morte in un paese del Nord Africa. Attraverso le testimonianze di amici e parenti emerge un quadro non proprio idilliaco dell'uomo descritto come un inetto, convinto di essere il figlio di Elvis, padre e marito inadeguato, egoista e fanfarone. L'unica ad avere un ricordo più tenero di Armando è la cognata Martina (Regina Orioli).
Carlo Verdone torna a confrontarsi con un personaggio volutamente sopra le righe, un coatto disadattato e reietto, ma in fondo dal buon cuore, mai tratteggiato con disprezzo. Una macchietta che permette all'attore e regista romano di mettere in mostra tutto il suo innegabile talento istrionico. Ma in questo caso la scrittura è debole, la caratterizzazione semplicistica e il personaggio di Armando appare come una stanca riproposizione di un tipo già abbondantemente sviscerato dalla poetica dell'autore, presentato con fin troppa approssimazione e indulgenza, cedendo anche alla volgarità gratuita (finora inedita nella filmografia di Verdone). Davvero pochi i momenti da ricordare in un film esile e dal respiro cortissimo, discontinuo e decisamente poco convincente, malgrado le intenzioni, nel raccontare il presente e un personaggio immaturo e drammatico nel suo immutabile status grottesco. Si sente la mancanza di un efficace contorno di caratteristi.
Carlo Verdone torna a confrontarsi con un personaggio volutamente sopra le righe, un coatto disadattato e reietto, ma in fondo dal buon cuore, mai tratteggiato con disprezzo. Una macchietta che permette all'attore e regista romano di mettere in mostra tutto il suo innegabile talento istrionico. Ma in questo caso la scrittura è debole, la caratterizzazione semplicistica e il personaggio di Armando appare come una stanca riproposizione di un tipo già abbondantemente sviscerato dalla poetica dell'autore, presentato con fin troppa approssimazione e indulgenza, cedendo anche alla volgarità gratuita (finora inedita nella filmografia di Verdone). Davvero pochi i momenti da ricordare in un film esile e dal respiro cortissimo, discontinuo e decisamente poco convincente, malgrado le intenzioni, nel raccontare il presente e un personaggio immaturo e drammatico nel suo immutabile status grottesco. Si sente la mancanza di un efficace contorno di caratteristi.
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