In un piccolo e sonnolento paesino immerso nella campagna irlandese, vive il solitario Josie (Pat Shortt), mite benzinaio dalla mente semplice e dal cuore d'oro che abita e lavora nel garage del signor Gallagher (John Keogh). Le sue giornate scorrono monotone, fino all'arrivo del giovanissimo assistente David (Conor J. Ryan). Dopo il poco conosciuto esordio Adam & Paul (2004), Lenny Abrahamson trova già una discreta maturità con questa curiosa opera seconda, che racchiude i crismi del film indipendente e del cinema d'autore europeo respingendo i cliché dell'universo mainstream: un microcosmo geografico che si fa correlativo oggettivo della storia e del suo protagonista e una trama scarnissima che scorre con poche svolte narrative sono gli elementi che contraddistinguono questa pellicola vista alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e vincitrice del 25º Torino Film Festival. In un'Irlanda rurale, incredibilmente lontana dai classici stereotipi da cartolina, va in scena la parabola di Josie, sorta di Forrest Gump statico e incompreso, interpretato con ammirevole aderenza dal comico Pat Shortt. Passato praticamente inosservato nelle sale italiane, è un racconto delicato che intenerisce senza mai diventare ricattatorio, lasciando soprattutto un senso di diffusa amarezza; peccato soltanto per un andamento, a tratti, eccessivamente verboso, che penalizza in parte il risultato finale.