Gloria (Gena Rowlands), ex moglie di un gangster del Bronx, si ritrova tra capo e collo un bambino portoricano in fuga da dei malavitosi, che vogliono mettere le mani sul ragazzino per vendicarsi di un torto subito dai suoi genitori. I due si mal sopportano, ma saranno costretti a scappare insieme.
John Cassavetes si tuffa in una rappresentazione urbana a misura di grande città, mettendo in scena il rapporto a metà tra buddy movie e film gangsteristico di una coppia improbabile come altre che hanno già abitato i suoi film ma legata, in questo caso, dal vincolo di una parentela non genetica ma acquisita. C'è qualcosa di magico nel modo in cui Cassavetes si approccia allo spazio e all'umanità sbruffona e petulante del personaggio della Rowlands, qui carismatica e gigiona, ma il film resta una delle sue opere minori, studiata ed efficace ma troppo convenzionale per le corde di un regista abituato a irretire e spiazzare, soprattutto nel contesto a lui caro della famiglia e delle sue contraddizioni. Ad alcuni segmenti di ottimo cinema seguono infatti esiti troppo normalizzati e rassicuranti. Fu comunque Leone d'Oro a Venezia, ex-aequo con Atlantic City di Louis Malle. Remake con Sharon Stone firmato Sidney Lumet.