Grace di Monaco
Grace of Monaco
2013
Paesi
Francia, Usa, Belgio, Italia, Svizzera
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Olivier Dahan
Attori
Nicole Kidman
Tim Roth
Frank Langella
Paz Vega
André Penvern
Parker Posey
Milo Ventimiglia
Robert Lindsay
Il Principato di Monaco è minacciato dal presidente francese Charles de Gaulle (André Penvern) e la principessa Grace Kelly (Nicole Kidman) deve fare i conti con la rigida etichetta del palazzo reale mentre cerca di tenere in piedi il matrimonio con Ranieri III (Tim Roth). La protagonista, con il suo fascino e i suoi modi “americani” riuscirà, nelle vesti ufficiali di sua altezza serenissima, a mantenere unita la famiglia ed evitare l’embargo che avrebbe asservito Monaco alla Francia. 

Il regista Olivier Dahan sceglie l’australiana Nicole Kidman per interpretare la diva americana, musa ideale di Alfred Hitchcock, che abbandona Hollywood per unirsi ai regali monegaschi. L’indubbia somiglianza dell’attrice, insieme all’eleganza di gesti e movimenti riproposti con cura (anche se a volte con troppa enfasi), contribuisce a creare un’affascinante illusione. Il longtake in apertura - che dal set segue la protagonista di spalle fino al suo camerino dove si specchia nella toletta - sembra porre le basi per un interessante discorso meta cinematografico sulla figura della donna-diva tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Eppure, tutto si vanifica presto in una narrazione che, volendo far prevalere a tutti i costi i buoni sentimenti, sacrifica la riflessione sulla politica europea e sul complesso periodo della Guerra fredda. Il panorama storico è solo abbozzato e l’evoluzione della protagonista è offuscata da una sceneggiatura che vuole trasformarla troppo repentinamente da principessina impaurita a regnante autorevole. Insomma, oltre alla confezione formale che cura acconciature, trucco e costumi al fine di far emergere la protagonista nello sfarzo degli ambienti di lusso e nei sofisticati ricevimenti esclusivi, tutto il resto appare fuori fuoco: personaggi quasi macchiettistici (la governante cattiva, la giovane aiutante, le serpi in seno alla famiglia reale) e sviluppo diegetico prevedibile, che arranca sul fronte emozionale e che scomoda un’icona del cinema per proporre una storia in definitiva banale.
Maximal Interjector
Browser non supportato.