Il commissario Niemans (Jean Reno) e il detective Reda (Benoît Magimel) indagano su alcune macabri morti, accomunabili per nome e professione alle figure dei dodici apostoli. Dietro tutto sembra esserci una misteriosa setta religiosa con oscuri propositi. Scritta da Luc Besson e diretta da Olivier Dahan, la pellicola vorrebbe essere il sequel de I fiumi di porpora (2000), rivelandosi invece una bieca trovata commerciale atta a sfruttare il successo del capitolo precedente. Rimane il personaggio del commissario Niemans, interpretato da Jean Reno (non più tanto in parte), ma per il resto si volta pagina. Improbabile lo sfondo religioso-apocalittico: se l'idea di ricreare un contesto luciferino poteva essere apprezzabile, il risultato finale appare decisamente di basso livello. L'intreccio, paurosamente lacunoso e tiratissimo, introduce un'accozzaglia di ingredienti ingiustificati, sventolando in faccia allo spettatore controversie storiche, eresie e misteri profetici mal assemblati e sparsi casualmente qua e là. Si spreca il ridondante simbolismo ecclesiastico goffamente suggerito e le scene d'azione degne del più becero cinema di Hong Kong non aiutano a digerire il malloppo. Male anche il finale, ridicolo nel concludere così stupidamente tutta la baraonda creata fino a quel momento.