Beethoven (Harry Baur) è innamorato di Giulietta Guicciardi (Jany Holt), ma quest'ultima si sposa con un altro uomo (Jean Debucourt). Il compositore è disperato e le attenzioni che gli riserva Thérèse (Annie Ducaux) servono a ben poco. Dieci anni dopo il suo capolavoro Napoléon (1927), Abel Gance torna a realizzare un biopic su una straordinaria figura storica. L'approfondimento psicologico su Beethoven, però, lascia spesso il passo a un dramma sentimentale come tanti, in cui si rischia di dimenticarsi quale (grande) personaggio si stia osservando sullo schermo. La lunghezza è forse eccessiva, ma i limiti stanno soprattutto in un andamento altalenante in cui una serie di ottimi guizzi visivi (il finale in primis) si perdono in un mare di momenti prolissi e di banalità. La mano di Gance si vede solo a tratti: quando c'è colpisce a fondo, ma quando manca è un vuoto che gli attori faticano a colmare.