Il grande spirito
2019
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Sergio Rubini
Attori
Sergio Rubini
Rocco Papaleo
Ivana Lotito
Bianca Guaccero
Alessandro Giallocosta
In un quartiere della periferia di Taranto, durante una rapina, uno dei tre complici, un cinquantenne dall'aria malmessa (Sergio Rubini), approfittando della distrazione degli altri due, ruba tutto il malloppo e scappa. Il suo è un gesto di riscatto nei confronti di chi non ha più rispetto del suo lungo e onorato curriculum delinquenziale, macchiato da un fatale errore, che gli è valso l'ignominioso appellativo di Barboncino.
Sergio Rubini dirige e interpreta un curioso oggetto cinematografico che guarda ai codici del western urbano, con tanto di riferimenti che, fin dal titolo, pescano a piene mani dai nativi d’America, dalla cultura Sioux e naturalmente anche dall’iconica figura di Toro Seduto. Il grande spirito, recitato in uno stretto dialetto pugliese che regala gli unici, sparuti e azzeccati momenti di comicità, nonostante l’originalità di fondo è però un’operazione mal strutturata, che intavola senza troppa fortuna inseguimenti sui tetti di Taranto e rivedibili dinamiche da action movie. La naiveté di fondo non viene mai riscattata da uno sguardo che sappia valorizzare i personaggi in campo e le oscillazioni di genere, la stasi narrativa e le paludi di un immaginario derivativo e asfittico finiscono col farla da padrone con l’attore e regista che fatica a convincere nei panni di un galeotto alle prese con un’ingente somma di denaro e con le conseguenze che derivano dal possesso di tale refurtiva. A emergere in maniera piuttosto nitida, col passare dei minuti, è un esile e arruffato bilancio esistenziale su un’umanità rinnegata che trova nel denaro e nell’alienazione i propri unici moti pulsanti, ma il ritmo è letargico e la durata piuttosto spropositata per il materiale che la sceneggiatura ha a disposizione. Piccolo ma significativo ruolo, anch’esso sovraccarico di avvizzite tonalità grottesche, per Rocco Papaleo, i cui duetti con Sergio Rubini avrebbero meritato un trattamento più attento e migliore fortuna. Nei panni dei due sacrificati personaggi femminili Bianca Guaccero e Ivana Lotito, già vista in Gomorra - La serie. Presentato in anteprima internazionale al Bari International Film Festival 2019.
Sergio Rubini dirige e interpreta un curioso oggetto cinematografico che guarda ai codici del western urbano, con tanto di riferimenti che, fin dal titolo, pescano a piene mani dai nativi d’America, dalla cultura Sioux e naturalmente anche dall’iconica figura di Toro Seduto. Il grande spirito, recitato in uno stretto dialetto pugliese che regala gli unici, sparuti e azzeccati momenti di comicità, nonostante l’originalità di fondo è però un’operazione mal strutturata, che intavola senza troppa fortuna inseguimenti sui tetti di Taranto e rivedibili dinamiche da action movie. La naiveté di fondo non viene mai riscattata da uno sguardo che sappia valorizzare i personaggi in campo e le oscillazioni di genere, la stasi narrativa e le paludi di un immaginario derivativo e asfittico finiscono col farla da padrone con l’attore e regista che fatica a convincere nei panni di un galeotto alle prese con un’ingente somma di denaro e con le conseguenze che derivano dal possesso di tale refurtiva. A emergere in maniera piuttosto nitida, col passare dei minuti, è un esile e arruffato bilancio esistenziale su un’umanità rinnegata che trova nel denaro e nell’alienazione i propri unici moti pulsanti, ma il ritmo è letargico e la durata piuttosto spropositata per il materiale che la sceneggiatura ha a disposizione. Piccolo ma significativo ruolo, anch’esso sovraccarico di avvizzite tonalità grottesche, per Rocco Papaleo, i cui duetti con Sergio Rubini avrebbero meritato un trattamento più attento e migliore fortuna. Nei panni dei due sacrificati personaggi femminili Bianca Guaccero e Ivana Lotito, già vista in Gomorra - La serie. Presentato in anteprima internazionale al Bari International Film Festival 2019.
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