Joan (Shirley Anne Field) è una ladruncola che instaura una relazione con Simon Wells (Macdonald Carey), un ricco turista che ha cercato di derubare. I due partono per una crociera sulla barca di lui, ma sono inseguiti da King (Oliver Reed), il fratello di Joan che nutre un affetto morboso per quest'ultima. I tre finiranno per scoprire il rifugio segreto in cui il governo alleva alcuni bambini contaminati dalle radiazioni, per farne una razza in grado di sopravvivere a un olocausto nucleare. Sette anni dopo X contro il centro atomico (1956), Joseph Losey torna a dirigere un film di fantascienza marcato Hammer, tratto dal romanzo Fossa di isolamento di Henry Lionel Lawrence. Si ha, a tratti, la sensazione che la produzione non fosse all'altezza delle ambizioni della regia ma, visto il volto “umano” dell'orrore rappresentato (la spietatezza dei militari e di chi dà loro ordini), ne esce una pellicola decisamente convincente. Il triangolo di caratterizzazioni borderline, peraltro tipiche nella filmografia del regista, è bene affiancato dalla scultrice interpretata da Viveca Lindfors (le cui realizzazioni sono dell'artista Elisabeth Frink) e dal paternalistico professor Bernard (Alexander Knox), “mentore” dei ragazzini. Tutti adulti incapaci di salvare i “dannati” del titolo originale e anzi costretti ad affrontare prima di loro la propria condanna. Disperato, pessimista e vagamente iettatorio, ma nel complesso godibile ancora oggi. Rititolato These Are The Damned per il mercato americano.