Hollywood, Vermont
State and Main
2000
Paesi
Usa, Francia
Genere
Commedia
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
David Mamet
Attori
Patti LuPone
William H. Macy
Sarah Jessica Parker
Alec Baldwin
Julia Stiles
Philip Seymour Hoffman
Rebecca Pidgeon
David Paymer
Clark Cregg
Charles Durning
Lionel Mark Smith
Ricky Jay
La tranquilla cittadina di Waterfront, Vermont, viene scelta come set per una produzione hollywoodiana: la troupe si installa nell'unico albergo e cambia la routine sonnolenta della città. Il regista (William H. Macy) cerca di gestire le bizze delle sue star (Alec Baldwin e Sarah Jessica Parker) e di far emergere il meglio da uno sceneggiatore inesperto (Philip Seymour Hoffman).
Commedia leggera e corale che satireggia Hollywood, i suoi tic e i suoi rituali mettendoli a confronto con la più profonda e lontana (anche banalmente in termini geografici) delle Americhe possibili. La macchina dei sogni e i suoi antipodi, in un incontro/scontro che regala scintille ma non drammi, mostra valvole di sfogo e vie d'uscita; ma, al momento del primo ciak, forse, tutto tornerà al proprio posto. Il cinema è un'industria nevrotica e tentacolare, una produzione qualunque è chiamata a piegare la realtà concreta al cospetto delle esigenze di una storia inventata e questo è individuato (e mostrato) in maniera sapiente dal regista David Mamet. Non c'è particolare novità né pathos nella storia, anzi, ma il film funziona piuttosto bene grazie alla vena degli interpreti e alla qualità della scrittura. Musiche di Theodore Shapiro, fotografia di Oliver Stapleton.
Commedia leggera e corale che satireggia Hollywood, i suoi tic e i suoi rituali mettendoli a confronto con la più profonda e lontana (anche banalmente in termini geografici) delle Americhe possibili. La macchina dei sogni e i suoi antipodi, in un incontro/scontro che regala scintille ma non drammi, mostra valvole di sfogo e vie d'uscita; ma, al momento del primo ciak, forse, tutto tornerà al proprio posto. Il cinema è un'industria nevrotica e tentacolare, una produzione qualunque è chiamata a piegare la realtà concreta al cospetto delle esigenze di una storia inventata e questo è individuato (e mostrato) in maniera sapiente dal regista David Mamet. Non c'è particolare novità né pathos nella storia, anzi, ma il film funziona piuttosto bene grazie alla vena degli interpreti e alla qualità della scrittura. Musiche di Theodore Shapiro, fotografia di Oliver Stapleton.
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