Leone (Francesco Gheghi) è un adolescente con due papà, Simone (Francesco Scianna) e Paolo (Filippo Timi). Chiamato a fare un progetto video per la scuola, decide di raccontare la sua insolita famiglia mostrandone la routine quotidiana. Proprio quando meno se lo aspetta, la coppia però entra in crisi e con essa il racconto audiovisivo che aveva pensato. L'incontro con con due gemelli e la scoperta del primo amore lo portano a rimettere in discussione la sua visione della vita. 

Marco Simon Puccioni, due anni dopo il documentario, di chiara impronta autobiografica, Tuttinsieme, torna a parlare di omogenitorialità. Questa volta però per convincere una società, secondo il regista, ancora riluttante all’idea che le coppie omosessuali possano crescere un figlio, si affida al cinema di finzione e, ancor più precisamente, al cinema di genere. Il figlio, prova vivente della legittimità dell’omoparentalità, diventa quindi protagonista di una storia che, attraverso i canoni del family e del teen movie, prova a dimostrare come il concetto di famiglia tradizionale si stia ormai dissolvendo, sostituita non tanto dalla famiglia arcobaleno quanto da quella allargata. Nel tentativo di dimostrare che questa famiglia sia come tutte le altre Puccioni fa però l’errore di uniformare i suoi personaggi allo standard, ormai molto basso, dei generi di riferimento. I personaggi principali, e forse ancor di più quelli secondari, risultano totalmente dimenticabili, privi di spessore e originalità. La rappresentazione cinematografica di una famiglia composta da un figlio e due padri e di una crisi inaspettata, benché innovativa, finisce per essere ridimensionata nella portata, imbrigliata da alcuni degli stereotipi cinematografici che l'opera stessa vorrebbe combattere.