Gérard (Benoît Régent) e Marianne (Johanna Ter Steege), fidanzati francesi, si trovano a Positano con due loro amici. Al ritorno a Parigi, Marianne lo lascia, ma Gérard fatica a dimenticarla, tanto da ricercare i suoi gesti e i suoi comportamenti in altre donne, con le quali instaurerà una relazione. Oltre a rappresentare l'opera della maturità artistica di Philippe Garrel, che vira l'operazione in senso spiccatamente personale, J'entends plus la guitare è un ottimo film sulla perdita di se stessi, degli altri e delle proprie certezze. Il regista parigino affronta in modo diretto e sincero le vicissitudini dei due protagonisti, dimostrando di non perdersi in luoghi comuni, bensì di limitarsi a seguire lo scorrere degli eventi, senza far sentire il peso di alcun giudizio morale. Garrel si concentra sui piccoli gesti e sulle impercettibili sfumature di senso, al fine di indagare i tumulti del cuore e le conseguenze che essi arrecano sull'agire quotidiano: i personaggi tratteggiati non compiono azioni eclatanti, discutono semplicemente dei loro rapporti, manifestando la loro interiorità attraverso il comportamento. Stilisticamente essenziale ed emotivamente vibrante, anche se di non facile e immediata assimilazione, resta una delle tappe fondamentali del cinema francese d'inizio anni Novanta. Leone d'Argento per la migliore regia alla Mostra del Cinema di Venezia del 1991, la pellicola nasce come omaggio a Nico, celebre cantante che ha collaborato con i Velvet Underground, per dieci anni compagna di Garrel.