Il dottor Sam Rice (Roy Scheider) viene a conoscenza dell'assassinio di un suo paziente (Josef Sommer). Interrogato dalla polizia, esita a rivelare troppi dettagli per la voglia di investigare personalmente sul caso. Inizia così una lenta ma progressiva indagine che, tra falsi indizi e sotterfugi, porterà Rice a far luce sul mistero, non prima, però, di aver conosciuto l'ex amante della vittima, la seducente Brooke Reynolds (Meryl Streep). Discreto thriller in salsa hitchcockiana, dove Robert Benton trova in Meryl Streep (già diretta in Kramer contro Kramer, 1979) la sua bionda misteriosa e fatale. Inevitabile il paragone con il maestro del brivido, per via di una costruzione della tensione drammaturgica sempre sul fillo del rasoio e per l'angolazione di numerose inquadrature che restituiscono perfettamente l'inquietudine interiore dei personaggi. Anche se la soluzione del puzzle viene svelata in un finale un po' pasticciato, è l'iter dei due protagonisti a tenere viva la concentrazione dello spettatore: da uno psichiatra che, annoiato, s'improvvisa detective, a un'ex amante dall'aspetto triste ma dal passato tormentato per via di un altro misterioso delitto. Scritto dal regista con David Newman, il film si fa apprezzare anche per alcune sequenze oniriche iniziali, che disorientano lo spettatore più sprovveduto. Peccato che, nella seconda parte, il tutto si adagi comodamente su una struttura troppo classica, che fa rimpiangere l'ottimo incipit. Magnifica la fotografia di Néstor Almendros, che inghiotte New York in un mare di tenebre.