Un professore di scienze politiche (Robert Redford) cerca di convincere il suo miglior studente (Andrew Garfield) a impegnarsi di più; un senatore repubblicano (Tom Cruise) concede in esclusiva a una giornalista (Meryl Streep) un'intervista in cui annuncia una nuova strategia militare in Afghanistan; due soldati (Michael Peña e Derek Luke) si ritrovano dispersi su una montagna durante la prima missione dell'appena annunciato nuovo corso.

Un'ora e mezza di una mattina qualunque nell'America di George W. Bush, un paese di leoni governato da agnelli: tre storie viste in contemporanea, intrecciate nel profondo quanto giustapposte in superficie per raccontare gli Stati Uniti della guerra al terrorismo post 11 settembre. Robert Redford vede nero intorno a sé e si concentra sulla responsabilità individuale, scegliendo personaggi che siano esemplari di diversi modi di essere americani, con al centro il recupero dell'ideale protestante dell'impegno che lui stesso, nei panni del professore, esplicita. Proprio l'episodio scolastico, nel quale dovrebbe risiedere il senso del film, è il meno riuscito, a causa di un discorso che si fa eccessivamente scontato e didascalico. Meglio invece il duello in punta di fioretto tra il giovane falco governativo Cruise e la vecchia giornalista liberal Streep. Suggestive quanto rarefatte le sequenze di guerra, che rendono Leoni per agnelli uno dei primi film in cui si vedono all'opera i droni da bombardamento. Il finale è insieme cupo e aperto alla speranza: per Redford la possibilità dell'atto di impegno e responsabilità resiste, nonostante tutto. Onesto e sentito, anche se non completamente riuscito e vittima di alcune sequenze eccessivamente retoriche. Scritto da Matthew Michael Carnahan.