Montréal, 1989. Raggiunti i trent'anni, sentendosi imprigionato in un corpo maschile a cui ritiene di non appartenere, l'insegnante Laurence Alia (Melvil Poupaud) decide di diventare una donna. La coraggiosa decisione lo porterà a scontrarsi con le ottuse convenzioni sociali e, soprattutto, a gestire un difficile rapporto con l'amata compagna di una vita, Fred (Suzanne Clément).
Osannato dalla critica internazionale già dopo i primi due film, Xavier Dolan con il suo terzo lungometraggio, girato a ventitré anni, alza il tiro e fa nuovamente centro. Più complesso e strutturato delle due pellicole precedenti, Laurence Anyways riesce, attraverso una narrazione che copre un arco temporale di dieci anni, a restituire una profonda riflessione che scardina le leggi di natura e i bigotti postulati religiosi dietro a cui si annidano radicati pregiudizi da debellare. Il doloroso realismo (il dissidio interiore che porta a una scelta così radicale, le difficoltà nelle relazioni interpersonali, il rapporto con i genitori) è sublimato dallo straordinario talento visivo dell'autore canadese, frutto di un'accurata ricerca formale evidente, tra i tanti momenti sospesi tra poesia e arte, nella sequenza del party sulle note di Fade to Grey di Visage o in quella della camminata nella scuola nel primo giorno della "nuova vita". Non un inno alla trasgressione, ma una sentita parabola sulla libera manifestazione della propria individualità. Grazie alla sensibilità di Dolan, diversità e normalità si annullano, senza trascurare il carico di sofferenza che ogni scelta nella vita comporta. In definitiva, è anche una struggente love story contemporanea che spazza via gli usurati topoi del genere. Recitazione di altissimo livello, con Melvil Poupaud capace di rendere le innumerevoli sfaccettature del protagonista senza la minima forzatura. Impossibile non commuoversi nel bellissimo finale. Fotografia di Yves Bélanger. Straordinaria colonna sonora (Kim Carnes, The Cure, Céline Dion, Duran Duran, Depeche Mode, Brahms, Tchaikovsky, Vivaldi, Beethoven, Prokofiev). Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, dove ha ottenuto la Queer Palm e il premio per la migliore attrice (Suzanne Clément).