Un poliziotto (Richie Ren) fatica a prendere le decisioni cruciali della sua vita, spaventato dalle realtà economiche e sociali con cui entra in contatto quotidianamente. Un'impiegata di banca (Denise Ho) si trova per le mani una piccola fortuna che potrebbe permetterle di cambiare vita. Un piccolo criminale (Ching Wan Lau) prova a speculare in borsa per raccogliere i soldi necessari a tirare fuori di prigione un amico. Tutto il mondo è paese. Un detto che racchiude una verità universale soprattutto se si pensa alla crisi economica che ha colpito indistintamente i quattro angoli del globo. Molti cineasti hanno sentito l'obbligo morale di raccontarne gli effetti e anche il cinema di Hong Kong non ha potuto esimersi dal farlo per mano di Johnnie To. Attraverso una struttura corale, che segue le vicende di tre personaggi le cui vite si sfiorano a seguito di determinati eventi, To racconta, senza tanti fronzoli, la deriva morale di una società con la corda al collo, insensibile, cinica e disperata, disposta a cedere alle tentazioni del denaro e del facile guadagno senza curarsi delle conseguenze. Life Without Principle rappresenta un esempio chiaro e lampante di cinema capace di raccontare la contemporaneità ma soprattutto della nuova e crescente necessità di To di provare nuovi percorsi per non rimanere ingabbiato nei generi che l'hanno reso famoso. Il risultato, nonostante le buone intenzioni, però è un po' farraginoso e autocompiaciuto. Sembra quasi che il regista si sia accontentato di trattare un “tema importante”, dando peso alle psicologie dei personaggi ma trascurando troppo il ritmo e il coinvolgimento emotivo. Peccato perché le premesse per realizzare un'opera davvero importante c'erano tutte.