Dopo esser sopravvissuto miracolosamente a un attentato, il boss Lung (Eddie Ko) incarica cinque sicari di proteggerlo. Questi provengono da ambienti diversi, ma tra loro si instaura progressivamente un rapporto di fiducia e rispetto. Quando il più giovane del gruppo inizia una relazione con la moglie del boss, agli altri quattro viene ordinato di eliminarlo. The Mission è un gangster-movie dai tempi dilatati (tipici di una ricercata antispettacolarità) e dalla grande ricerca estetica. Johnnie To si prende tutto il tempo di cui ha bisogno e gioca a dirottare l'attenzione dello spettatore su ciò che gli preme davvero raccontare: perché laddove il rapporto con il boss rimane sul piano del rispetto dei ruoli, tra i cinque si instaura un legame fortissimo che in qualche modo definisce i caratteri di quel tipo di antieroi che il regista di Hong Kong ama trattare. Anche le sequenze d'azione – o, per meglio dire, le sparatorie – girate con precisione geometrica, sottolineano il progressivo rafforzarsi di questo rapporto, fatto di fiducia e rispetto anche di fronte alla morte. La messinscena, allo stesso tempo, è pienamente efficace e le sequenze da ricordare sono diverse: tra queste, si può menzionare quella in cui i protagonisti giocano con una pallina di carta. To riprenderà la tematica del gruppo (e anche quasi lo stesso pacchetto di attori) qualche anno più tardi per Exiled (2006).