Maciste (Gordon Scott) difende il regno della Cina medievale dagli intrighi orditi dal Gran Khan (Leonardo Severini), sovrano mongolo che arriva a far assassinare l'imperatore Wung (Ely Yeh) per usurparne il trono. L'eroe darà man forte a Cho (Gabriele Antonini), leader della ribellione per sconfiggere i nemici. Si spinge fino all'Estremo Oriente l'interventismo guerresco degli eroi del peplum all'italiana in Maciste alla corte del Gran Khan, film d'avventura che precede di un anno Maciste all'inferno (1962), sempre a firma di Riccardo Freda. Scrittura goffa e ingenua spettacolarità, contingenti ai non eccelsi mezzi produttivi, sono le caratteristiche che affliggono la maggioranza dei film sword and sandal prodotti in Italia negli anni Sessanta: tra scenografie posticce e ambientazioni fintamente esotiche, storie d'amore romanzate e un concetto di giustizia espresso in ripetitivi dialoghi, le avventure di Maciste sono destinate a un happy ending senza alcuna sorpresa e pretesa di distaccarsi da un filone cinematografico sclerotizzato. Superfluo. Soggetto di Oreste Biancoli, che collabora alla sceneggiatura con Duccio Tessari; musiche di Carlo Innocenzi.