Malcolm (John David Washington) ha appena avuto la serata più importante della sua vita: la première del suo esordio alla regia è stata un successo e si prepara a festeggiare con la fidanzata Marie (Zendaya). Arrivati a casa, però, non tutto va come previsto e i due iniziano un feroce litigio che potrebbe andare avanti per tutta la notte…

Terzo lungometraggio di Sam Levinson, che in precedenza aveva firmato Assassination Nation e la serie tv Euphoria, Malcolm & Marie ha una genesi indubbiamente interessante: è stato realizzato in segreto nel pieno della pandemia COVID-19, in un paio di settimane tra fine giugno e inizio luglio del 2020, all’interno di un’unica proprietà e con l’approvazione dei sindacati. Girato in pellicola 35 millimetri in bianco e nero, è un film che ha l’ambizione di rifarsi al cinema francese, alla Nouvelle Vague e (forse) al cinema di Eric Rohmer, a La mia notte con Maud in particolare. L’eleganza formale non manca, ma dà presto la sensazione di un’operazione troppo patinata e studiata a tavolino, forzatamente “fighetta” (come dimostra la colonna sonora) seppur dotata di un certo fascino. Anche il copione suscita reazioni opposte: da un lato il litigio è ridondante e non troppo interessante, dall’altro però la conversazione risulta pienamente credibile, così come le interpretazioni dei due attori (anche se Zendaya è più in parte di John David Washington). È un film altalenante Malcolm & Marie, esattamente come la conversazione che passa dalle crudeltà più efferate a momenti decisamente più dolci e romantici. Un po’ meno di furbizia, in fin dei conti, l’avrebbe reso decisamente più sincero e spontaneo. Arrivato direttamente su Netflix, il film nasce da uno spunto autobiografico curioso: l’ispirazione è arrivata al regista Sam Levinson al termine di un litigio con sua moglie, dovuto proprio al fatto che non l’avesse ringraziata dopo una première di Assassination Nation.