La giovane newyorkese Sheila Morris (Janet Agren) indaga sulla scomparsa della sorella Diana (Paola Senatore), legata a una misteriosa setta installatasi in un villaggio della Nuova Guinea. Con l'aiuto dell'avventuriero Mark (Robert Kerman), raggiungerà luoghi impervi dai quali non sarà facile uscire vivi. Otto anni dopo Il paese del sesso selvaggio (1972), Umberto Lenzi torna a narrare di macabri perigli e avventure nella giungla, accentuando la componente gore che sarà preponderante nel successivo Cannibal ferox (1981). Contemporaneo al più noto Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, Mangiati vivi! contiene, mal amalgamati e inseriti in maniera pretestuosa, tutti gli elementi disturbanti tipici del genere. Largo spazio a torture e mutilazioni, inserite a forza in una flebile ed elementare sceneggiatura che vorrebbe dare una sferzata al concetto di fanatismo religioso, rappresentato dalla figura del santone Jonas (Ivan Rassimov): tentativo vano di ravvivare un film che rischia di passare inosservato, a fronte di esempi ben più truculenti e sanguinari. Gratuito e fastidioso. Protagonista è Janet Agren, attrice svedese adottata dal cinema italiano; Paola Senatore, icona della commedia trash all'italiana, compare assieme a Renzo Montagnani in Dove vai se il vizietto non ce l'hai? (1979) di Marino Girolami. Soggetto e sceneggiatura di Lenzi, musiche di Roberto Donati e Fiamma Maglione.