A causa della persecuzione delle popolazioni di origine asiatica durante il regime di Amin, una famiglia indiana è costretta a espatriare dall'Uganda e a ricostruirsi una nuova vita negli Stati Uniti, dove la giovane Meena (Sarita Choudury) si innamora di un afro-americano (Denzel Washington). Il loro rapporto sarà ostacolato dall'antagonismo etnico. Opera seconda (e in parte autobiografica) di Mira Nair, ancora impegnata (dopo Salaam Bombay, 1988) nel tratteggio sociale. Miscelando commedia e mélo, la narrazione si sviluppa sull'intreccio di più piani narrativi e tocca argomenti forti, cari alla regista, come i conflitti plurirazziali, l'esilio, il preservamento delle antiche tradizioni e della cultura di un popolo e l'identità multietnica (Meena si definisce “Miss Masala”, miscuglio di spezie, per il fatto che sente confluire in sé più radici). Discreto l'approfondimento psicologico dei personaggi per un'opera equilibrata e lineare, ma priva di guizzi stilistici e minata da un finale troppo semplicistico. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove si aggiudicò l'Osella d'oro, e vincitore di un Nastro d'argento come miglior film straniero. Sceneggiatura di Sooni Taraporevala, fotografia di Edward Lachman.