Il mondo dei robot
Westworld
1973
Paese
Usa
Generi
Fantascienza, Azione, Thriller
Durata
88 min.
Formato
Colore
Regista
Michael Crichton
Attori
James Brolin
Yul Brynner
Richard Benjamin
Victoria Shaw
Norman Bartold
Alan Oppenheimer
Dick Van Patten
In un prossimo futuro, l'uomo è riuscito a strutturare degli androidi indistinguibili dagli esseri umani. Delos, un parco di divertimenti per ricchi, sfrutta le creazioni in tre contesti storici: antica Roma, Medioevo e vecchio West. Ma un giorno, a causa di un virus, i robot si ribellano, attaccando e uccidendo i turisti.
Esordio alla regia per Michael Crichton e primo film a utilizzare la computer grafica (sebbene si tratti di un solo effetto), realizzata da John Whitney Jr., per mostrare le immagini in soggettiva del robot interpretato da Yul Brynner: il procedimento richiese mesi di lavoro per una sequenza che dura soltanto poche decine di secondi. È un progetto che si regge bene sull'assunto e sul suo sviluppo, un po' meno sulla caratterizzazione dei personaggi, usati più che altro come pedine per far avanzare l'intreccio avventuristico. Il risultato è comunque molto interessante, non solo perché anticipa alcuni dei temi classici della “paura tecnologica” (esplorata con una struttura simile – di nuovo un parco a tema – dallo stesso Crichton romanziere con Jurassic Park), ma anche perché si propone come una sorta di rilettura fantascientifica del western classico; a cominciare da Brynner, il cui personaggio veste per tutto il tempo i panni che l'attore aveva indossato ne I magnifici sette (1960) di John Sturges e anticipa inoltre le movenze e la glaciale inarrestabilità di tanti altri killer meccanici del cinema a venire. Qualche calo di ritmo di troppo nella parte centrale, ma le suggestioni restano numerose fino alla fine. Tre anni dopo fu girato un sequel di poco successo, Futureworld – 2000 anni nel futuro (1976) di Richard T. Heffron.
Esordio alla regia per Michael Crichton e primo film a utilizzare la computer grafica (sebbene si tratti di un solo effetto), realizzata da John Whitney Jr., per mostrare le immagini in soggettiva del robot interpretato da Yul Brynner: il procedimento richiese mesi di lavoro per una sequenza che dura soltanto poche decine di secondi. È un progetto che si regge bene sull'assunto e sul suo sviluppo, un po' meno sulla caratterizzazione dei personaggi, usati più che altro come pedine per far avanzare l'intreccio avventuristico. Il risultato è comunque molto interessante, non solo perché anticipa alcuni dei temi classici della “paura tecnologica” (esplorata con una struttura simile – di nuovo un parco a tema – dallo stesso Crichton romanziere con Jurassic Park), ma anche perché si propone come una sorta di rilettura fantascientifica del western classico; a cominciare da Brynner, il cui personaggio veste per tutto il tempo i panni che l'attore aveva indossato ne I magnifici sette (1960) di John Sturges e anticipa inoltre le movenze e la glaciale inarrestabilità di tanti altri killer meccanici del cinema a venire. Qualche calo di ritmo di troppo nella parte centrale, ma le suggestioni restano numerose fino alla fine. Tre anni dopo fu girato un sequel di poco successo, Futureworld – 2000 anni nel futuro (1976) di Richard T. Heffron.
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