Wallace Avery (Colin Firth) è un uomo di mezz'età, con un figlio adolescente che vede di rado, una fidanzata che non ama e un lavoro frustrante. Deciso a cambiare vita, s'inventa una nuova identità, quella di Arthur Newman, un golfista professionista.

Opera prima di Dante Ariola (già noto regista pubblicitario), è una pellicola che vive di cliché e stereotipi di ogni tipo: dalla provincia americana con i suoi motel a basso prezzo ai personaggi principali, due figure solitarie che scoprono di avere molto in comune. Vittima di una sceneggiatura banale e derivativa (tra le sue “ispirazioni” anche Ferro 3 di Kim Ki-duk del 2004), il film si trascina presto nell'anonimato più totale, sprecando ogni idea dopo pochi minuti e giocando unicamente di maniera. Solitamente gli esordienti dimostrano sempre un po' d'insano coraggio nel tentativo di mettersi in mostra: Ariola, invece, si nasconde mancando totalmente di personalità.