Joe (Colin Firth) si trasferisce dagli Stati Uniti a Genova con le figlie Kelly (Willa Holland) e Mary (Perla Haney-Jardine) per superare il trauma della scomparsa della moglie Marianne (Hope Davis), avvenuta in un incidente. La piccola Mary, tormentata dall'inconfessato segreto di aver provocato involontariamente la tragedia, ha però frequenti incubi e strane visioni della madre. Edificante e innocua fiaba familiare a lieto fine, che sviluppa malamente un soggetto banale incentrato sull'elaborazione del lutto, la crescita personale e il superamento dei sensi di colpa. Il regista inglese Michael Winterbottom sceglie la città di Genova quale luogo della rinascita della famiglia di Joe, interpretato da uno spaesato Colin Firth: fatto inspiegabile, dato che le ambientazioni storico/urbane e marittime non sono funzionali alla vicenda narrata. Trama ripartita in maniera proporzionata fra i tre personaggi principali, condita da divagazioni inutili e superflue, in particolare la scoperta della sessualità della figlia maggiore Kelly e il flirt tra Joe e una studentessa. Ritmo latitante e dialoghi scontati contribuiscono all'ecatombe di un'opera anonima, seppure non sbilanciata sul lato melodrammatico. Sceneggiato da Winterbottom con Laurence Coriat; musiche di Melissa Parmenter.