Nel 1985 Joe Simpson (Brendan Mackey) e Simon Yates (Nicholas Aaron), amici appassionati di alpinismo, decidono di scalare la Siula Grande, vetta situata nelle Ande peruviane. Tutto procede per il meglio fino a quando Joe scivola e resta sospeso nel vuoto, legato all'amico solo dalla corda di sicurezza. Quattro anni dopo il notevole documentario sui fatti delle Olimpiadi di Monaco del 1972 (One Day in September), MacDonald torna a raccontare una vicenda realmente accaduta. Stavolta la Storia lascia il campo a un racconto più intimo, ma non per questo meno emozionante: è una docu-fiction che tiene lo spettatore col fiato sospeso, anche se sin dall'inizio la risoluzione felice è ben presente a tutti (i due scalatori sono entrambi intervistati). MacDonald riesce a tenere alta l'adrenalina attraverso la forza delle immagini e l'incastro del montaggio, giocando sui sensi di colpa, i rancori, la paura, la debolezza e tutto lo spettro delle emozioni umane di fronte a condizioni limite, quando la vita è appesa letteralmente a un filo. La pellicola trova uno dei suoi punti più affascinanti nella ricostruzione (con attori) delle sequenze più drammatiche vissute su pareti rocciose esposte alla neve e a temperature glaciali (si parla di -26° C); altro momento di grande impatto emotivo è generato invece dal nuovo sopralluogo sulle pendici andine fatto coi protagonisti della vicenda, che "rivivono" il dramma. Indicato dalla prestigiosa rivista britannica Sight and Sound tra i trenta film più importanti del primo decennio del XXI secolo.