Washington. Il giornalista investigativo Cal MacAffey (Russell Crowe), insieme alla collega Della Frye (Rachel McAdams) e al loro editore Cameron Lynne (Helen Mirren), indaga sulla morte di una donna, amante del deputato Stephen Collins (Ben Affleck), suo ex compagno di studi. Secondo l'opinione pubblica è stato un suicidio, ma il team di giornalisti non ne è convinto. A complicare le cose si mette la vicinanza di MacAffey alla moglie di Collins, Anne (Robin Wright).

Cast stellare, un'ascendenza che rimanda alla gloriosa tradizione di cinema sul giornalismo investigativo (che trovò il suo apice negli anni Settanta) e un intreccio che unisce politica e informazione. Tuttavia, quello che sembra un insieme di ingredienti esplosivi per garantire un successo assicurato, nella realtà si traduce in un'occasione sprecata: se Crowe e la McAdams (insieme alla presenza di lusso della Mirren) sono in parte, si rivela invece piuttosto debole e poco convincente l'interpretazione di Affleck, che pure è la chiave intorno a cui ruota l'intero meccanismo narrativo. Un meccanismo, c'è da dire, non troppo oliato, che segue i tracciati del thriller d'indagine con qualche cliché di troppo e un paio di svolte narrative prevedibili. Il vero problema risulta il finale (in particolare l'ultimo quarto d'ora) che, con la sua risoluzione banale, finisce con l'affossare una storia già claudicante, cui non bastano, purtroppo, le suggestive ambientazioni.