Vic Van Allen (Ben Affleck) e Melinda (Ana de Armas) sono una coppia borghese a cui non manca nulla, se non la felicità di coppia. Lui, pezzo grosso del settore industriale ritiratosi a vita privata, conduce un'esistenza apatica, mentre lei, moglie disinibita che non si fa problemi a flirtare con altri uomini, spinge sempre più al limite la loro relazione. In un crescendo di sospetti e tradimenti, la situazione precipita.

A vent'anni esatti dal suo film precedente, Unfaithful – L'amore infedele (2002), Adrian Lyne torna a confrontarsi con quelle torbide atmosfere thriller che gli hanno permesso di ritagliarsi un ruolo di culto nel panorama del cinema americano di genere. Lo fa portando sullo schermo l'omonimo romanzo del 1957 di Patricia Highsmith, autrice a cui hanno attinto registi del calibro di Alfred Hitchcock (L'altro uomo), René Clément (Delitto in pieno sole), Wim Wenders (L'amico americano) e Todd Haynes (Carol), solo per fare qualche nome. Una trasposizione, quella di Lyne, che rivisita la materia letteraria di partenza per aggiornarla alla contemporaneità, grazie anche all'apporto di Sam Levinson, creatore della serie Euphoria, e Zach Helm in sede di sceneggiatura. Il risultato è un film che, partendo dalle convenzioni del mystery erotico senza però fare della tensione un elemento centrale della storia, conta per il gesto filmico di un autore capace qui di ragionare sulla superficie delle immagini (come sempre nel cinema di Lyne) e sull'immaginario thriller al giorno d'oggi, in barba ai soliti colpi di scena a effetto. Non tutto è a fuoco, ma la riflessione sulla (a)normalità della coppia contemporanea («L'America è così opprimente»), letta in funzione di una perversa dinamica di provocazione/insoddisfazione, colpisce nel segno. Una sorta di versione basic delle suggestioni costruite da David Fincher nel magnifico L'amore bugiardo – Gone Girl, richiamato anche dalla presenza del protagonista Ben Affleck, qui impegnato a vestire i panni di un uomo represso e imperscrutabilmente frustrato, confinato in uno spazio grigio impermeabile alle emozioni. La sua anàbasi, per citare Senofonte (presente nel film), è una metaforica ascensione nel tentativo di uscire dalle acque limacciose della colpa, tema centrale di un film in cui i dolly e i movimenti di macchina a salire non a caso hanno un ruolo cruciale. Il notevole finale si distacca completamente da quello del libro, più crudo ma meno perturbante. Originariamente il film doveva durare 153' ma, in seguito all'insuccesso di alcune proiezioni di prova, nel cut finale è stata tagliata più di mezz'ora. Un progetto travagliato (e in alcuni passaggi si vede), a cui Lyne aveva pensato già nel 2013. Distribuito sulla piattaforma streaming Hulu in esclusiva negli States e su Prime Video per la release internazionale.