Flora (Françoise Rosay), domatrice di un circo, accoglie un evaso, Fernand (André Brulé), che aveva amato tanti anni prima. Lui la ringrazierà cercando di rapinare le casse del circo. Da sempre regista raffinato e attento all'estetica dell'immagine, Jacques Feyder (La kermesse eroica del 1935) dimostra una buona cura visiva, anche in un film poco riuscito come questo. Nomadi, nonostante un'efficace rappresentazione della vita circense, è una pellicola poco avvincente ed eccessivamente studiata a tavolino: le svolte narrative appaiono furbe e poco credibili. Tutto sembra costruito ad hoc per raggiungere un compassato scopo drammaturgico e la spontaneità non è affatto di casa. Peccato perché c'è un accenno a un interessante riflessione sul rapporto genitori-figli (già trattato da Feyder in pellicole come Le due madri del 1925): Flora e Fernand avevano avuto un figlio, ora adulto e deciso a sposare la figlia del direttore del circo. Fernand, assente per tutta la sua vita, in qualche modo lo aiuterà a raggiungere il suo intento. Feyder ne diresse anche una versione tedesca distribuita l'anno successivo.