Nonostante
2024
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
93 min.
Formato
Colore
Regista
Valerio Mastandrea
Attori
Valerio Mastandrea
Dolores Fonzi
Lino Musella
Giorgio Montanini
Justin Korovkin
Barbara Ronchi
Luca Lionello
Laura Morante
La routine serena e spensierata di un uomo ricoverato in ospedale (Valerio Mastandrea), al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere, viene stravolta dall’arrivo di una donna misteriosa (Dolores Fonzi) nel suo stesso reparto. L’uomo viene travolto dal furore e dalla voglia di vivere della donna. Invano cerca di difendersi ma nulla può fare contro quella forza incomprensibile che lo colpisce. Da quell’incontro l’uomo dovrà decidere se affrontare finalmente la propria vita, uscendo da quel limbo infinito che è diventata la sua esistenza.
A sei anni di distanza dal suo esordio alla regia con l’interessante opera prima Ride (2018), Valerio Mastandrea torna dietro la macchina da presa per un film che ruota, ancora una volta, attorno al tema della morte. A differenza del suo primo lungometraggio, questa volta l’attore e regista romano ricalibra il punto di vista da cui affrontare l’argomento, piazzandosi all’interno di un reparto ospedaliero per persone in coma profondo. Come protagonisti, però, non ci sono i pazienti ricoverati in carne e ossa, bensì la proiezione fisica delle loro anime erranti. All’interno e all’esterno della clinica, infatti, osserviamo, giorno dopo giorno, lo svolgersi della non-vita di queste anime: fantasmi senza nome, invisibili a dottori, infermieri e parenti, intenti a vagare liberi per il reparto, aspettando, senza troppe preoccupazioni, lontani dai problemi della vita vera, il concretizzarsi del proprio destino, in bilico tra la vita e la morte. Ed è proprio questo il nervo scoperto che cerca di solleticare Nonostante: un film apparentemente innocuo ma che, in realtà, ragione senza mezzi termini sul malessere di vivere e sulle difficoltà nel trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita. In questo senso, Mastandrea lavora su un codice di metafore e simbolismi piuttosto semplici e derivativi ma, allo stesso tempo, di immediata ricezione. La morte aleggia sotto forma di un vento capace di trasportare con sé le anime dei pazienti, mentre per tornare a vivere è necessario un emblematico salto verso l’ignoto. Ma è soprattutto grazie al binomio tra la sceneggiatura semplice ma calibrata e la buona performance da parte di un cast in sintonia, che il film riesce a colpire nel segno. Non manca sicuramente qualche passaggio a vuoto, soprattutto nella parte centrale, dove una colonna sonora fin troppo ridondante finisce per imporsi sul film stesso. Tuttavia, bisogna riconoscere che Nonostante sia un’opera solida nella costruzione e, allo stesso tempo, decisamente sentita, in prima persona dal regista, il quale, vestendo anche i panni del protagonista principale, ricerca ostinatamente il dialogo a distanza con lo spettatore. Il coraggio di vivere e la voglia di amare “nonostante” tutto, sembra dirci Mastandrea, si possono e si devono ritrovare nei più reconditi spazi della propria anima. Anche se, a volte, è necessario farsi coraggio, prendere la rincorsa e saltare. Presentato in concorso Orizzonti all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
A sei anni di distanza dal suo esordio alla regia con l’interessante opera prima Ride (2018), Valerio Mastandrea torna dietro la macchina da presa per un film che ruota, ancora una volta, attorno al tema della morte. A differenza del suo primo lungometraggio, questa volta l’attore e regista romano ricalibra il punto di vista da cui affrontare l’argomento, piazzandosi all’interno di un reparto ospedaliero per persone in coma profondo. Come protagonisti, però, non ci sono i pazienti ricoverati in carne e ossa, bensì la proiezione fisica delle loro anime erranti. All’interno e all’esterno della clinica, infatti, osserviamo, giorno dopo giorno, lo svolgersi della non-vita di queste anime: fantasmi senza nome, invisibili a dottori, infermieri e parenti, intenti a vagare liberi per il reparto, aspettando, senza troppe preoccupazioni, lontani dai problemi della vita vera, il concretizzarsi del proprio destino, in bilico tra la vita e la morte. Ed è proprio questo il nervo scoperto che cerca di solleticare Nonostante: un film apparentemente innocuo ma che, in realtà, ragione senza mezzi termini sul malessere di vivere e sulle difficoltà nel trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita. In questo senso, Mastandrea lavora su un codice di metafore e simbolismi piuttosto semplici e derivativi ma, allo stesso tempo, di immediata ricezione. La morte aleggia sotto forma di un vento capace di trasportare con sé le anime dei pazienti, mentre per tornare a vivere è necessario un emblematico salto verso l’ignoto. Ma è soprattutto grazie al binomio tra la sceneggiatura semplice ma calibrata e la buona performance da parte di un cast in sintonia, che il film riesce a colpire nel segno. Non manca sicuramente qualche passaggio a vuoto, soprattutto nella parte centrale, dove una colonna sonora fin troppo ridondante finisce per imporsi sul film stesso. Tuttavia, bisogna riconoscere che Nonostante sia un’opera solida nella costruzione e, allo stesso tempo, decisamente sentita, in prima persona dal regista, il quale, vestendo anche i panni del protagonista principale, ricerca ostinatamente il dialogo a distanza con lo spettatore. Il coraggio di vivere e la voglia di amare “nonostante” tutto, sembra dirci Mastandrea, si possono e si devono ritrovare nei più reconditi spazi della propria anima. Anche se, a volte, è necessario farsi coraggio, prendere la rincorsa e saltare. Presentato in concorso Orizzonti all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
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