Notte e nebbia
Nuit et brouillard
1956
Mubi
Paese
Francia
Genere
Documentario
Durata
32 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Alain Resnais
A dieci anni di distanza dal genocidio perpetrato dai nazisti, una rievocazione degli orrori avvenuti nei campi di concentramento.
Patrocinato dal Comitée d'historie de la seconde guerre mondiale, Alain Resnais firma il suo documentario più toccante e significativo in assoluto. L'autore francese – che esordirà nel lungometraggio di finzione con Hiroshima mon amour del 1959 – alterna materiale d'archivio, in bianco e nero, e sequenze, a colori, di quel che restava dei lager al momento delle riprese. Il regista fa luce, come nessuno prima di lui, sulle ombre dello sterminio operato dai nazisti, utilizzando immagini che ancora oggi risultano fortissime e feroci nella loro brutalità. Un'analisi documentaria su uno degli eventi più tragici della storia umana, che diventa anche una fonte di testimonianza nei confronti di un episodio che non potrà (e dovrà) mai essere dimenticato. Resnais dà al suo lavoro toni lirici e poetici, tramite i testi di uno scrittore ed ex prigioniero, che si uniscono alle raffinate musiche di Hanns Eisler. Ardito nel montaggio, è anche un ottimo esempio di sperimentalismo cinematografico, grazie al rigore e al coraggio con cui mescola sequenze d'archivio, soluzioni audiovisive innovative e differenti temporalità del racconto. Rifiutato all'ultimo momento al Festival di Cannes a causa dei suoi contenuti troppo crudi. Farà anche parte di un lungometraggio omonimo, a episodi e prodotto in Italia nel 1960.
Patrocinato dal Comitée d'historie de la seconde guerre mondiale, Alain Resnais firma il suo documentario più toccante e significativo in assoluto. L'autore francese – che esordirà nel lungometraggio di finzione con Hiroshima mon amour del 1959 – alterna materiale d'archivio, in bianco e nero, e sequenze, a colori, di quel che restava dei lager al momento delle riprese. Il regista fa luce, come nessuno prima di lui, sulle ombre dello sterminio operato dai nazisti, utilizzando immagini che ancora oggi risultano fortissime e feroci nella loro brutalità. Un'analisi documentaria su uno degli eventi più tragici della storia umana, che diventa anche una fonte di testimonianza nei confronti di un episodio che non potrà (e dovrà) mai essere dimenticato. Resnais dà al suo lavoro toni lirici e poetici, tramite i testi di uno scrittore ed ex prigioniero, che si uniscono alle raffinate musiche di Hanns Eisler. Ardito nel montaggio, è anche un ottimo esempio di sperimentalismo cinematografico, grazie al rigore e al coraggio con cui mescola sequenze d'archivio, soluzioni audiovisive innovative e differenti temporalità del racconto. Rifiutato all'ultimo momento al Festival di Cannes a causa dei suoi contenuti troppo crudi. Farà anche parte di un lungometraggio omonimo, a episodi e prodotto in Italia nel 1960.
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