Un documentario su Liverpool, città natale del regista Terence Davies, sui suoi spazi più reconditi e sui cambiamenti che ha dovuto affrontare nel corso del ventesimo secolo. È davvero impressionante come Terence Davies, uno dei protagonisti della british renaissance degli anni Ottanta, sia stato in grado di inserire in Of Time and the City – il primo documentario girato in carriera – diverse tematiche e ossessioni che hanno animato i suoi notevoli film di finzione precedenti (tra cui Voci lontane… sempre presenti del 1988). Il regista opta per il linguaggio sensibile e delicato che ha da sempre contraddistinto il suo cinema, e firma un vero e proprio poema lirico sulla sua città, composto da immagini di repertorio e da altre girate ad hoc. Scelte musicali e visive quasi astratte accompagnano una riflessione sui cambiamenti tra la Liverpool moderna e quella dell'infanzia dello stesso Davies, riletta con sguardo nostalgico e malinconico. Si tocca la religione, si tocca la sessualità, ma quello che più conta è la trasformazione di un agglomerato urbano il cui spazio è stato più volte modellato dal tempo. Non è semplice da recuperare, ma è un film imprescindibile per gli amanti dell'autore inglese. Pura poesia audiovisiva.