The Cloverfield Paradox
The Cloverfield Paradox
2018
Paese
Usa
Generi
Horror, Fantascienza, Thriller
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Julius Onah
Attori
Elizabeth Debicki
Daniel Brühl
Gugu Mbatha-Raw
Chris O'Dowd
Zhang Ziyi
David Oyelowo
Un team internazionale di astronauti, cercando di risolvere una disperata crisi energetica in atto sulla Terra, tenta un esperimento che si spinge ben oltre i confini e che ha per protagonista un acceleratore di particelle. Il terrificante e contorto risultato diventerà una minaccia per le loro vite. Sulla falsariga del recente Life: Non oltrepassare il limite, il terzo capitolo della saga di Cloverfield (2008) guarda al canovaccio classico di un gruppo di persone rinchiuse all’interno di un’astronave fortemente a rischio, preda di una minaccia oscura e insondabile. Qualcosa di diverso, insomma, sia dal primo film, straordinaria e acutissima riflessione sull’11 settembre e sull’ossessione per il videoracconto in diretta della catastrofe, sia dal film successivo, disaster movie claustrofobico ambientato nello stesso universo del film precedente, un capostipite a dir poco ineguagliato. The Cloverfield Paradox (in precedenza intitolato La particella di Dio) è, dal canto suo, un diligente e illustrativo compito sci-fi che salda insieme i due film precedenti facendo da prequel, senza particolare originalità e innovazione, tanto che il confronto col film di Daniel Espinosa citato in apertura e la quantità notevole di similitudini tra un film e l’altro lo hanno presumibilmente allontanato dal grande schermo e dirottato direttamente su Netflix, evitando il passaggio in sala (entrambi guardano ovviamente ad Alien, ma il film di Julius Onah rinuncia in partenza al banco di prova della mostruosità strisciante e si avvale della gravità). Siamo dalle parti del B-Movie puro e semplice, efficacemente scandito da un susseguirsi di dettagli e risvolti in cui i destini interstazionali si mescolano a dinamiche personali e familiari, provando a lavorare sull’universale (la Terra sull’orlo di un conflitto globale) oltre che sul particolare (la dimensioni della realtà che deragliano), ma faticando ad evitare il lacrimevole e il già visto. L’ironia è presente ma piuttosto sorvegliata («Torniamo al lavoro, l’ora di religione è finita») e la Bad Robot di JJ Abrams in produzione è tutt’altro che garanzia di innovazione, dato che il risultato finale è piuttosto guardingo e accomodante e pare appiattire a più riprese il proprio immaginario per tenere aperta la porta per dei successivi, eventuali nuovi capitoli. Il film è stato diffuso a sorpresa da Netflix immediatamente dopo l’uscita dello spot televisivo realizzato per il Super Bowl 2018, segnando un vero e proprio unicum a livello comunicativo e di mercato, che probabilmente farà scuola e di sicuro è indice della solita spregiudicatezza, da parte del colosso in streaming, nel remare in direzione ostinata e contraria rispetto alla tradizionale modalità di fruizione in sala.
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