Quando scoprono che la cittadina di Angel Grove e il mondo intero sono sul punto di essere distrutti da una temibile minaccia aliena, cinque normalissimi teenager devono unire le loro forze per trasformarsi in qualcosa di straordinariamente potente: i Power Rangers. Prescelti dal Destino, i giovani eroi si renderanno ben presto conto di essere gli unici in grado di salvare le sorti del Pianeta.
Il celebre franchise della Saban, reso popolare in Italia dalle Action Figures di Giochi Preziosi e dedicato agli adolescenti che si ritrovano a essere dei supereroi in maniera totalmente fortuita, torna al cinema con una versione dal taglio rinnovato e sgargiante, carica di tematiche young adult e di implicazioni tanto giovanilistiche e leggere quanto cupe e adulte. La CGI adottata è piuttosto idonea a coccolare la componente ludica dei Power Rangers e il loro apparato estetico e spettacolare, ma è su tutto il resto che il film tradisce lacune piuttosto lampanti, a cominciare da una sceneggiatura (firmata da John Gatins) fin troppo compiaciuta nell’accumulare sketch adolescenziali come se non ci fosse un domani, mancando spesso l’obiettivo e smarrendo il proprio baricentro. Il cast in partenza sarebbe anche ben amalgamato, ma la maggior parte delle interpretazioni sono acerbe e inconsistenti, per tacere di una Elizabeth Banks (Repulsa) e di un Bryan Cranston (Zordon) assolutamente sprecati e in permesso premio. Gli echi cyberpunk, che pure sono accennati, non vengono mai cavalcati a dovere e perseguiti fino in fondo, risultando anch’essi confinati alle intenzioni e schiacciati dalla mole di facezie che il film accumula senza sosta. Impensabile, poi, che il versante action e le armature si palesino soltanto venti minuti prima della fine. In una scena si omaggia anche Breakfast Club (1985) di John Hughes.