Ogni anno il governo di Panem costringe i suoi dodici distretti a nominare un ragazzo e una ragazza per partecipare agli Hunger Games, evento televisivo dove i concorrenti (chiamati “tributi”) si sfidano e si uccidono l'un l'altro finchè non rimane un unico superstite. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) si offre volontaria al posto di sua sorella, inizialmente scelta per il gioco al massacro. Katniss potrà contare solo sul suo intuito e sui consigli di Haymitch Abernathy (Woody Harrelson), uno dei pochi sopravvissuti agli Hunger Games.
Tratto dal bestseller di Suzanne Collins, un blockbuster ambizioso che tenta di unire la spettacolarità e l'intrattenimento a una dimensione politica per nulla banale. Il perverso meccanismo degli Hunger Games altro non è che una lotta per la sopravvivenza resa spettacolo, un reality show che forza le pulsioni animalesche dell'animo umano e le sfrutta come strumento di evasione. Da 1984 (1984) a Battle Royale (2000) passando per The Truman Show (1998) e Il signore delle mosche (1963), i modelli di riferimento non si contano ma il film di Gary Ross ha il merito di non essere eccessivamente derivativo, mantenendo sempre alta la tensione dello spettatore e regalando interessanti soluzioni visive specie grazie all'uso di una mobilissima e nervosa camera a mano, mezzo espressivo dell'inquietudine e dei feroci istinti di prevaricazione e autoconservazione che contraddistinguono i giovani protagonisti. Malgrado alcuni limiti in fase strutturale (evidenti in una seconda parte meno riuscita e più ripetitiva) il film funziona e si presenta come un esempio di cinema young adult maturo, più complesso e sfaccettato rispetto alla media. Buona prova di Jennifer Lawrence nei panni di un'eroina, suo malgrado, determinata e dilaniata da conflittualità interiori. Grande successo di pubblico in tutto il mondo, tranne che in Italia. Seguito da Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013).