Uno straniero (Ron Marquette) giunge in una città e ottiene un lavoro come conduttore in un'emittente del luogo. La particolarità della trasmissione consiste nell'avallare dei diverbi molto accesi tra coloro che telefonano per mettersi in contatto con la diretta. Esordio alla regia di Bryan Singer, autore anche della sceneggiatura insieme a Christopher McQuarrie (in seguito suo fedele sodale) e a Michael Fegit Dougan, si tratta di un piccolo film a basso budget girato in soli diciotto giorni, in pieno clima da Sundance Film Festival, dove non a caso vinse il Gran Premio della Giuria nel 1993. Appena appena dignitoso nella confezione, anche se con cadute al di sotto di tale soglia, ma frettoloso e affettato per quel che riguarda la sceneggiatura e la messa a fuoco dei personaggi, dà l'idea di risentire profondamente delle relative ristrettezze nelle quali è stato realizzato e rappresentò per il regista poco più di una palestra. Qualcuno ha tirato in ballo l'antireaganismo e la critica alla società dei media, ma è tutto molto abbozzato, oltre che poco nitido e convinto.