Que viva Mexico!
Que viva Mexico!
1931
Paesi
Messico, Usa, Urss
Generi
Documentario, Drammatico
Durata
84 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Sergej Michajlovič Ejzenstejn
Un prologo, un epilogo e quattro episodi. In Sandunga viene raccontata la vita matrimoniale e la maternità di alcune fanciulle di Tehuantepec, concentrandosi sulla storia d'amore tra Concepción e Abundio. In Fiesta vengono mostrate le celebrazioni per la festa della Santa Vergine di Guadalupe con un occhio di riguardo per la corrida. In Maguey la storia si svolge all'epoca del dittatore Porfirio Diaz e segue le tragiche vicende del peon Sebastian e di sua moglie Maria. In Soldadera la rivoluzione messicana è vista attraverso gli occhi di donne soldato che combattono al fianco dei loro uomini.
Progetto nato dalle macerie di Que viva Mexico!, film incompiuto di Ėjzenštejn, la cui realizzazione naufragò quando vennero meno i finanziamenti dei produttori americani e il cineasta sovietico venne richiamato in patria senza mai riuscire a completare la sua opera con il vasto girato a disposizione. Nel 1979 lo sceneggiatore Grigorij Vasil'evič Aleksandrov, unico sopravvissuto tra i partecipanti al progetto originario, raccolse buona parte delle riprese effettuate da Ėjzenštejn e sulla base di appunti e ricordi del regista costruì quella che, ad oggi, è l'unica versione conosciuta e visibile di Que viva Mexico!. Lo stesso Alexandrov spiega in un prologo le vicissitudini legate alla realizzazione del film, salvo poi lasciare parlare le immagini accompagnate da una voce fuori campo che legge brani tratti da lettere e scritti del regista. Il risultato è un affascinante ibrido che combina la componente etnografica con il gusto per la sperimentazione visiva che qui mostra particolare sensibilità per le potenzialità espressive della profondità di campo grazie a cui vengono costruite inquadrature assai complesse e suggestive. Uno dei progetti visivamente più liberi e floridi di Ėjzenštejn in cui viene operata una sintesi strepitosa della storia del Messico lungo l'asse di un tema progressista e libertario, attraversata violentemente da una dominante erotico-religiosa (Aldo Grasso in Sergej M. Ėjzenštejn, pp. 80-81). L'episodio che conclude il film è rimasto incompiuto, ma rimane un affascinante affresco di una società in tumulto, sempre sospesa tra un passato ingombrante (la civiltà pre-colombiana, la dominazione spagnola) e un presente incerto, nonché un apologia del riscatto sociale attraverso la rivoluzione. Di Que viva Mexico! rimane, quindi, una ricostruzione parziale, suggestiva e foriera dello spirito avanguardista del suo autore, ma inevitabilmente incompleta. Dal materiale girato da Ėjzenštejn nel suo soggiorno in Messico sono stati ricavati quattro film, ma l'unico sopravvissuto ai giorni nostri e ascrivibile in toto al regista sovietico è Lampi sul Messico (1933).
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