Racconti delle mille e una notte
Pohádky tisíce a jedné noci
1974
Paese
Cecoslovacchia
Generi
Fantasy, Animazione
Durata
91 min.
Formato
Colore
Regista
Karel Zeman
I sette viaggi di Sinbad il marinaio, tra sultani, mostri marini e mille altre peripezie.
Primo e più riuscito film dell’ultima parte della carriera di Zeman, dopo l’abbandono della tecnica mista per l’animazione cutout. Qui usa anche, per alcuni dettagli, dei pupazzetti, come nel suo esordio. Inizialmente sette corti separati e diretti tra il 1971 e il 1974, vengono uniti in un lungometraggio la cui struttura episodica funziona benissimo, aderendo all’opera di partenza. È infatti uno dei più efficaci (e liberi) adattamenti de Le mille e una notte: coloratissimo e tecnicamente ineccepibile, ha dalla sua anche un ottimo ritmo e ogni scena è sorprendente grazie all’inventiva del regista. I fondali sono più curati rispetto alle sue opere successive con la stessa tecnica, e anche la voce narrante aiuta ad entrare nel mondo del racconto orale che sta alla base dell’opera d’ispirazione. A giudicare dalla coerenza di stile e di narrazione, è facile pensare che si trattasse fin dall’inizio di un progetto lungo, cui produzione venne divisa per motivi di budget. L’ambientazione esotica, l’illimitata possibilità di creazione data dal soggetto e il solito intelligente uso dei propri mezzi danno a Zeman la possibilità di girare un film che non fa rimpiangere i suoi precedenti: gli elementi che rendono inconfondibile il regista, dall’umorismo grottesco alla fantasia sfrenata ci sono tutti.
Primo e più riuscito film dell’ultima parte della carriera di Zeman, dopo l’abbandono della tecnica mista per l’animazione cutout. Qui usa anche, per alcuni dettagli, dei pupazzetti, come nel suo esordio. Inizialmente sette corti separati e diretti tra il 1971 e il 1974, vengono uniti in un lungometraggio la cui struttura episodica funziona benissimo, aderendo all’opera di partenza. È infatti uno dei più efficaci (e liberi) adattamenti de Le mille e una notte: coloratissimo e tecnicamente ineccepibile, ha dalla sua anche un ottimo ritmo e ogni scena è sorprendente grazie all’inventiva del regista. I fondali sono più curati rispetto alle sue opere successive con la stessa tecnica, e anche la voce narrante aiuta ad entrare nel mondo del racconto orale che sta alla base dell’opera d’ispirazione. A giudicare dalla coerenza di stile e di narrazione, è facile pensare che si trattasse fin dall’inizio di un progetto lungo, cui produzione venne divisa per motivi di budget. L’ambientazione esotica, l’illimitata possibilità di creazione data dal soggetto e il solito intelligente uso dei propri mezzi danno a Zeman la possibilità di girare un film che non fa rimpiangere i suoi precedenti: gli elementi che rendono inconfondibile il regista, dall’umorismo grottesco alla fantasia sfrenata ci sono tutti.
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