Traumatizzato dalla morte di un paziente e ritiratosi a vita privata, lo psicologo infantile Jake Rainer (Richard Dreyfuss) si rimette in gioco decidendo di aiutare il piccolo Tim (Ben Faulkner), autistico e testimone dell'omicidio dei genitori insieme alla sorella Sylvie (Liv Tyler). Le sorprese non mancheranno. Dramma psicologico dai risvolti thriller, diretto da Bruce Beresford e scritto da Akiva Goldsman. La sceneggiatura macchinosa, lo sviluppo più che prevedibile e una tesi di fondo usurata (le perversioni dell'alta borghesia, le cui derive cortocircuitanti conducono quasi sempre alla tragedia) tratteggiano un film poco convincente, con aspirazioni a ritratti torbidi e malsani che si riducono a un didascalismo assai poco incisivo. Freddo e affatto coinvolgente, nonostante la ribollente materia di base, ma alcune caratterizzazioni (Rainer, che tenta di sconfiggere le proprie paure attraverso quelle del fragile Tim; l'iter di degenerazione mentale che affligge Sylvie, destinata a scontare i peccati di una famiglia disfunzionale) colpiscono nel segno. Totalmente gratuito il personaggio della consorte del protagonista, interpretato da una svogliata Linda Hamilton; John Lithgow è il dottor Harlinger.