Il tatuatore separato Dino (Valerio Mastandrea) dopo aver conosciuto la sua dirimpettaia di studio, l'estetista Bruna (Isabella Ragonese), ne resta colpito. Entrambi versano in condizioni economiche difficili. La ragazza si reca in carcere per fare la manicure a una donna (Katia Ricciarelli), che l'ha presa in simpatia e, prima di morire, le confida di aver nascosto un tesoro all'interno di una sedia. Parte così la caccia al tesoro.
Ultimo lavoro di Carlo Mazzacurati (1956-2014), il film narra le vicende di un gruppo di disorganizzati personaggi alle prese con problemi più grandi di loro, più intraprendenti nei compiti straordinari (la ricerca di un tesoro) rispetto alla gestione della loro quotidianità. I ruoli di contorno sono caricaturali ed eccessivi, ma divertono e impreziosiscono la trama con ulteriori godibili sottotracce. Il regista veneto si congeda con una favola ironica, che vira sempre più verso il surreale: il finale, però, è debole, così come diversi passaggi della parte centrale. Qualche risata scappa, ma i guizzi davvero brillanti sono piuttosto rari. Il cast – capitanato da Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese e Giuseppe Battiston, in tre ruoli che sembrano cuciti loro addosso – funziona. Tratto dal romanzo russo Le dodici sedie di Il'ja Arnol'dovič Il'f e Evgenij Petrovič Petrov, già portato sul grande schermo da Mel Brooks nel 1970 con Il mistero delle dodici sedie.