71 Frammenti di una cronologia di un caso
71 fragmenteeiner chronologie des zufalls
1994
Paese
Austria
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Michael Haneke
Attori
Gabriel Cosmin Urdes
Lukas Miko
Otto Grunmandl
Anne Bennent
Udo Samel
Branko Samarovski
Claudia Martini
Georg Friederich
Alexander Pschill
Dorothee Hartinger
Un ragazzo dodicenne (Gabriel Cosmin Urdes) è un clandestino fuggito dalla Romania; Max (Lucas Miko) è uno sportivo che proviene dalla provincia e condivide la sua stanza con Hanno (Alexander Pschill); Bernie (Georg Friedrich) è un soldato dell'esercito di 27 anni; Hans (Branko Samarowski) ha 46 anni e guida un blindato portavalori, è sposato con Maria (Claudia Martini) e insieme hanno una figlia di pochi mesi; Tomasek (Otto Grunmandl) è un anziano di 70 anni che vive da solo e intrattiene rapporti familiari tesi. Infine Paul (Udo Samel) e Inge (Anne Bennet) desiderano ardentemente un figlio. La mattina del 23 dicembre alcuni di loro si incontreranno per la prima volta.
Per chiudere la cosiddetta “trilogia del congelamento” (dopo Il settimo continente del 1989 e Benny's Video del 1992), Michael Haneke si lascia nuovamente ispirare da un fatto di cronaca: il 23 dicembre 1993 Maximilian B., uno studente di 19 anni, spara a tre persone in una filiale della Wiener Bank e, subito dopo, si uccide con un colpo di pistola alla testa. Il regista-filosofo austriaco sfrutta questo evento per imbastire una pellicola dove ogni frammento reca al suo interno solo cause e conseguenze. Soluzione narrativa che, nonostante alcune pause e qualche difetto di forma, regge fino alla fine. L'opera segue un'impostazione corale, seguendo un gruppo eterogeneo di persone che non hanno nulla in comune, ma che per colpa del caso si ritroveranno al centro di una tragedia. Da questa struttura a incastro risulta chiaro l'intento di Haneke: raccontare la realtà in modo trasversale, lasciando il pubblico interdetto davanti a una visione parziale e perciò stimolante degli eventi personali di ciascun personaggio, non fornendo risposte ma sollevando esclusivamente domande. E instillare il dubbio nello spettatore sarà sempre una delle caratteristiche del cinema del regista, da Benny's Video (1992) fino ad Amour (2012), passando per Funny Games (1997) e Niente da nascondere (2005).
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