Shrek
Shrek
2001
Paese
Usa
Generi
Animazione, Comico
Durata
90 min.
Formato
Colore
Registi
Andrew Adamson
Vicky Jenson
Shrek è un orco che adora vivere in solitudine, lontano da tutto e da tutti. Un giorno, la sua tranquillità viene disturbata dai personaggi delle fiabe in fuga dal regno di Duloc e dal terribile Lord Farquaad. Aiutato da Ciuchino, un asino parlante rifugiatosi in casa sua, decide di andare a Duloc per risolvere la situazione. Arrivato laggiù, si troverà costretto a compiere una coraggiosa impresa pur di ritrovare la pace e la serenità: per conto di Farquaad dovrà salvare la principessa Fiona, intrappolata in cima a una torre sorvegliata da un potente drago.
Un nuovo punto di partenza nella storia dell'animazione cinematografica a stelle e strisce: il fondatore della DreamWorks, Jeffrey Katzenberg (ex dipendente Disney), supervisiona una pellicola originale e coinvolgente, che si prende espressamente gioco dei classici personaggi delle favole, divertendo e divertendosi nel farlo. Ecco che allora l'orco diventa l'eroe e il cattivo un buffo nano grottesco: la tradizione viene totalmente ribaltata, con sommo stupore e gioia dello spettatore. Dopo il goffo tentativo fatto con Z la formica (1998), la DreamWorks ci riprova con l'animazione digitale, raggiungendo questa volta risultati ben diversi: in un territorio fin qui dominato dalla Disney-Pixar (a partire da Toy Story del 1995), arriva finalmente una pellicola i cui dettagli sono curati al limite del maniacale. Paradossalmente, però, il vero punto forte di Shrek non risiede nella veste grafica, bensì nella trama zeppa di citazioni dalla cultura pop (come i combattimenti di Matrix del 1999, o gli scontri dei campioni di wrestling della WWE) capaci di demolire in un secondo qualsiasi certezza sulle favole raccontate a diverse generazioni di spettatori. Le voci dei doppiatori professionisti italiani (preferiti alle solite celebrità nostrane) reggono il confronto con quelle delle star hollywoodiane della versione originale (da Mike Myers a Eddie Murphy, passando per Cameron Diaz). Primo premio Oscar della storia al miglior film d'animazione e primo cartoon in concorso al Festival di Cannes, Shrek è un blockbuster animato per adulti, forse incapace di raggiungere nello stesso modo anche ai più piccoli. Una pellicola dal ritmo travolgente, valorizzata da una colonna sonora elettrizzante in cui spiccano i pezzi degli Smash Mouth e la toccante Allelujah di Rufus Wainwright. Seguito da Shrek 2 (2004), Shrek Terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010).
Un nuovo punto di partenza nella storia dell'animazione cinematografica a stelle e strisce: il fondatore della DreamWorks, Jeffrey Katzenberg (ex dipendente Disney), supervisiona una pellicola originale e coinvolgente, che si prende espressamente gioco dei classici personaggi delle favole, divertendo e divertendosi nel farlo. Ecco che allora l'orco diventa l'eroe e il cattivo un buffo nano grottesco: la tradizione viene totalmente ribaltata, con sommo stupore e gioia dello spettatore. Dopo il goffo tentativo fatto con Z la formica (1998), la DreamWorks ci riprova con l'animazione digitale, raggiungendo questa volta risultati ben diversi: in un territorio fin qui dominato dalla Disney-Pixar (a partire da Toy Story del 1995), arriva finalmente una pellicola i cui dettagli sono curati al limite del maniacale. Paradossalmente, però, il vero punto forte di Shrek non risiede nella veste grafica, bensì nella trama zeppa di citazioni dalla cultura pop (come i combattimenti di Matrix del 1999, o gli scontri dei campioni di wrestling della WWE) capaci di demolire in un secondo qualsiasi certezza sulle favole raccontate a diverse generazioni di spettatori. Le voci dei doppiatori professionisti italiani (preferiti alle solite celebrità nostrane) reggono il confronto con quelle delle star hollywoodiane della versione originale (da Mike Myers a Eddie Murphy, passando per Cameron Diaz). Primo premio Oscar della storia al miglior film d'animazione e primo cartoon in concorso al Festival di Cannes, Shrek è un blockbuster animato per adulti, forse incapace di raggiungere nello stesso modo anche ai più piccoli. Una pellicola dal ritmo travolgente, valorizzata da una colonna sonora elettrizzante in cui spiccano i pezzi degli Smash Mouth e la toccante Allelujah di Rufus Wainwright. Seguito da Shrek 2 (2004), Shrek Terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010).
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