Il tormentato detective Harry D'Amour (Scott Bakula) viene ingaggiato dall'avvenente Dorothea Swann (Famke Janssen) per indagare sul marito Philip (Kevin J. O'Connor), illusionista di successo. La morte dell'uomo durante un rischioso numero scatenerà una inaspettata sequela di morte, disperazione e magia nera. «La magia è una realtà terrificante. In essa, gli uomini hanno il potere dei demoni e la stessa morte è solo un'illusione». Clive Barker adatta per il grande schermo il suo racconto The Last Illusion, tentando di visualizzare un universo cupo e angosciante dove il soprannaturale prende il sopravvento sulla quotidianità. Il risultato è mediocre e prevedibile: sceneggiatura approssimativa, sviluppo confuso, dialoghi talmente seriosi da risultare comici, effetti speciali d'accatto. Unico lampo di vitalità, un uso non banale delle ambientazioni, che riesce in alcuni rari momenti a creare l'atmosfera torbida e malsana tipicamente barkeriana (basti pensare a Hellraiser, 1987). Cast volenteroso ma impacciato: l'unico a risultare vagamente credibile è Scott Bakula. Pedante colonna sonora di Simon Boswell, fotografia di Rohn Schmidt.