Il Kazakistan del 2015 vive lo stesso boom economico dell'Italia dei primi anni Sessanta. Andrea Segre confronta queste due realtà, tanto diverse nel tempo e nello spazio. Didascalico e ridondante documentario che mette gli spettatori di fronte a un fatto compiuto, lasciando poco spazio all'interpretazione o alla riflessione. La materia di base è interessante e suggestiva, ma Segre (solitamente documentarista dotato di ben altro spessore) fa accostamenti pigri ed eccessivamente studiati a tavolino, incapaci di appassionare o incuriosire come avrebbe voluto. E le interviste, in cui si alternano italiani che hanno vissuto il boom di allora e kazaki che lo stanno vivendo oggi, sono la semplice conseguenza di un approccio scolastico ed eccessivamente “a tesi”.