L'Enterprise del capitano Picard (Patrick Stewart) deve recarsi in missione presso i Romulani, dove un golpe ha portato al potere il misterioso Shinzon (Tom Hardy), che si dichiara interessato alla pace con la Federazione dei Pianeti Uniti. In realtà, le intenzioni di Shinzon sono ben altre e la scoperta della sua vera identità sarà un vero shock per Picard. È il capitolo finale della sequenza di pellicole ispirate alla serie tv Star Trek: The Next Generation. Il commiato di Picard & Co. si consuma lontano da Klingon e Vulcaniani, tra i pianeti Romulus e Remus (sic), aprendosi con un matrimonio tra due dei personaggi principali e chiudendosi con la dipartita di un terzo. Tra discreti, seppur non eccelsi, effetti speciali, assistiamo a un prodotto che può appassionare del tutto soltanto i trekker più incalliti. Va tuttavia riconosciuta al film una certa grandiosità che prende forza soprattutto nel finale; inoltre, il crudele antagonista interpretato da un giovanissimo Tom Hardy è un personaggio tragico che ricorda i migliori cattivi della saga, come il memorabile Khan di Star Trek II – L'ira di Khan (1982) di Nicholas Meyer. Tutto ciò non basta a salvare un'opera di scarsa originalità, che si è rivelata per giunta un grosso flop al botteghino. Tornano brevissimamente due personaggi storici della serie tv quali Wesley Crusher (Wil Wheaton) e Guinan (Whoopi Goldberg). Impossibile riconoscere Ron Perlman, truccato come un mix tra un vampiro mostruoso e un Teletubbie, mentre in un piccolo ruolo cameo appare il regista Bryan Singer, grande fan della saga.