Stoker
Stoker
2013
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Park Chan-wook
Attori
Mia Wasikowska
Matthew Goode
Nicole Kidman
Jacki Weaver
Dermot Mulroney
Dopo la morte del padre (Dermot Mulroney), la diciottenne India Stoker (Mia Wasikowska) rimane a vivere da sola con la madre Evelyn (Nicole Kidman). La ragazza, ben presto, inizia a essere turbata dal crescente legame affettivo tra quest'ultima e l'ambiguo zio paterno Charlie (Matthew Goode), il quale ha molto da nascondere.
Il primo film statunitense del sudcoreano Park Chan-wook è un thriller dai toni horror che s'insinua sempre più in profondità nella mente di un'ambigua protagonista (interpretata da un'ottima Mia Wasikowska) ribaltandone a più riprese le certezze: India Stoker è un'adolescente pigra e disturbata, vittima di paure e ossessioni sempre più frequenti e il suo personaggio è analizzato con buono spessore. Debitore de L'ombra del dubbio (1943) di Alfred Hitchcock (Charlie era anche il nome dello zio interpretato da Joseph Cotten), Stoker è un lungometraggio che annovera diversi pregi e altrettanti difetti: la struttura narrativa fatica a raggiungere un climax adeguato e il film finisce presto per girare a vuoto; allo stesso tempo, però, si annoverano diverse sequenze notevolissime, capaci di dare un'ennesima dimostrazione del genio dell'autore di Old Boy (2003). Si veda, in questo senso, la scena al pianoforte (la colonna sonora è di Clint Mansell e Philip Glass) o il fluido stacco dai capelli di Nicole Kidman ai fili di grano nel campo in cui India e il padre cacciavano. Se, da un lato, la trasferta hollywoodiana non ha intaccato l'estro visivo di Park, dall'altro rimane prepotente il segno di un copione traballante e poco incisivo, soprattutto nella conclusione. La sceneggiatura è dell'attore Wentworth Miller che, qui al suo primo script in assoluto, ha ancora molto da imparare.
Il primo film statunitense del sudcoreano Park Chan-wook è un thriller dai toni horror che s'insinua sempre più in profondità nella mente di un'ambigua protagonista (interpretata da un'ottima Mia Wasikowska) ribaltandone a più riprese le certezze: India Stoker è un'adolescente pigra e disturbata, vittima di paure e ossessioni sempre più frequenti e il suo personaggio è analizzato con buono spessore. Debitore de L'ombra del dubbio (1943) di Alfred Hitchcock (Charlie era anche il nome dello zio interpretato da Joseph Cotten), Stoker è un lungometraggio che annovera diversi pregi e altrettanti difetti: la struttura narrativa fatica a raggiungere un climax adeguato e il film finisce presto per girare a vuoto; allo stesso tempo, però, si annoverano diverse sequenze notevolissime, capaci di dare un'ennesima dimostrazione del genio dell'autore di Old Boy (2003). Si veda, in questo senso, la scena al pianoforte (la colonna sonora è di Clint Mansell e Philip Glass) o il fluido stacco dai capelli di Nicole Kidman ai fili di grano nel campo in cui India e il padre cacciavano. Se, da un lato, la trasferta hollywoodiana non ha intaccato l'estro visivo di Park, dall'altro rimane prepotente il segno di un copione traballante e poco incisivo, soprattutto nella conclusione. La sceneggiatura è dell'attore Wentworth Miller che, qui al suo primo script in assoluto, ha ancora molto da imparare.
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