Vince (Ethan Hawke) torna nella città natale per assistere all’East Lansing Film Festival cui partecipa Jon (Robert Sean Leonard), un vecchio compagno di liceo ora regista di documentari. La sera prima della proiezione, Vince invita l'amico nella sua stanza di motel: durante la chiacchierata riaffiorano alcuni ambigui ricordi legati a Amy (Uma Thurman), vecchia fiamma di entrambi. Il 2001 può essere considerato come un anno di esperimenti narrativi per Richard Linklater che, a pochi giorni di distanza, presentò al Sundance Film Festival due pellicole lontanissime tra loro: Waking Life, con cui per la prima volta si cimentava nella tecnica dell’animazione in rotoscope, e Tape. La particolarità di quest’ultimo risiede nell’impostazione da camera e nella durata, 86 minuti, che corrisponde esattamente a quella della vicenda narrata. In bilico tra mero esercizio di stile, in cui la macchina da presa cerca più volte un punto di vista originale (riuscendo solo sporadicamente a trovarlo), e riflessione sull’etica dei comportamenti umani, il film fatica a decollare veramente, nonostante qualche spunto indubbiamente interessante. Le interpretazioni, come quasi sempre nel cinema del regista texano, appaiono efficaci e sintetizzano lo studio alla base dei personaggi messi in scena; ma da un’impostazione a soli tre elementi con unità di tempo e spazio rispettate alla lettera ci si sarebbe forse aspettati un po’ di più. Realizzato con un budget di appena 100.000 dollari, ne fruttò cinque volte tanto.