Adam Winfield (Nat Wolff) è un giovane soldato americano inviato in Afghanistan. Qui è costantemente infastidito (e preoccupato) dal comportamento del suo comandate, il Sergente Deeks (Alxander Skarsgård), il quale ha trasformato il proprio plotone in un branco di assassini il cui unico scopo è uccidere e abusare delle popolazioni locali. Tormentato dagli orrori della guerra e messo alle strette dai suoi commilitoni, Adam si troverà di fronte a un terribile dilemma morale.
Ispirato a una storia vera, The Kill Team prova a declinare il war-movie classico in forma concitata, lavorando sulla tensione e sull’accumulo di situazioni a effetto e ad alto tasso di militarismo feroce. L’insieme, nonostante un discreto lavoro nella scelta e nell’utilizzo degli attori, appare però al di sotto delle potenzialità che si intravedono, faticando a trovare degli scarti significativi tanto nella denuncia pura e semplice quanti nei meccanismi di genere sui quali la narrazione tende ad adagiarsi in maniera spesso semplicistica, inanellando tensione a corrente alternata. Riuscita, ad ogni modo, la maschera terribile di Skarsgård, ma la frattura tra i suoi modi mefistofelici calati in un contesto bellico assolutamente disumano e i tormenti etici del protagonista producono una scissione un po’ troppo forzatamente manichea per convincere appieno.