The Last Duel
The Last Duel
2021
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Generi
Drammatico, Storico
Durata
142 min.
Formato
Colore
Regista
Ridley Scott
Attori
Jodie Comer
Matt Damon
Ben Affleck
Adam Driver
Marton Csokas
Harriet Walter


L’ultimo duello legalmente autorizzato in Francia sarà destinato a consumarsi tra Jean de Carrouges (Matt Damon) e Jacques Le Gris (Adam Driver), due amici diventati acerrimi rivali. La moglie di Carrouges, Marguerite (Jodie Comer), viene brutalmente aggredita da Le Gris, ma questi respinge l’accusa. Tuttavia, la donna rifiuta di stare zitta e si fa avanti per accusare il suo aggressore: un atto di coraggio e di sfida che mette a repentaglio la sua vita. Ne segue un estenuante duello a morte che mette il destino dei tre nelle mani di Dio.

Basato su fatti realmente accaduti e sul libro The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France, The Last Duel riporta l’eclettico Ridley Scott alle atmosfere medievali e in costume da lui già affrontate in film come Le crociate (2005) e il fallimentare Robin Hood (2010), riecheggiando per forza di cose fin dal titolo anche il suo folgorante esordio I duellanti (1977). Lo fa attraverso un film che segna anche il ritorno della collaborazione come sceneggiatori di Matt Damon e Ben Affleck, accompagnati da Nicole Holofcener e anche interpreti, una circostanza che non si verificava dai tempi di Will Hunting - Genio ribelle (1997), per il quale vinsero l’Oscar. The Last Duel utilizza un fatto storico di sangue come grimaldello per interrogarsi sui temi della doppiezza umana e del conflitto tra imposizioni giuridiche e questioni morali, ma a risaltare è però la difficoltà di far luce sulle questioni umane attraverso un’idea di giustizia ottusa e insondabile e il tema della condizione femminile, drammaticamente subalterna al potere predatorio dell’uomo e alla sua tendenza atavica a considerarla come un oggetto di cui poter disporre, con la pretesa ulteriore e doppiamente presuntuosa di intercettare anche i flussi della volontà divina. La sceneggiatura, sviluppata in stile Rashomon dai diversi punti di vista dei personaggi, è abbastanza asciutta e lucida nell’evidenziare i vari nodi tematici, ma in più punti, complice anche la durata, la ridondanza e l’eccessivo didascalismo nello strizzare l’occhio alla contemporaneità si toccano con mano e si fanno più stucchevoli. Decisamente decorosa e all’altezza, quando addirittura robusta, è la confezione formale impressa dalla mano sicura ed esperta di Ridley Scott, intento a farci sentire dall’inizio alla fine, nel modo più concreto possibile, tanto i suoni metallici delle armature che impattano con violenza quanto il rumore degli zoccoli dei cavalli e di altri dettagli apparentemente irrilevanti, decisamente funzionali invece all’affresco epico-storico intavolato. Intensa prova di Jodie Comer nei panni di Marguerite, i cui occhi costantemente lucidi ne fanno una figura femminile corredata di una crepitante e commossa forza pittorica, e non sfigura nemmeno un Matt Damon particolarmente ammaccato e in sottrazione nell’esprimere la rozza e impenetrabile durezza del suo personaggio, mentre più sacrificato e sotto il livello di guardia è l’apporto di Adam Driver, assoldato da Scott anche per il suo immediatamente successivo House of Gucci nei panni di Maurizio Gucci. Tra le varie scene d’impatto da segnalare in primis il duello finale, in cui la concretezza prosaica della violenza si fa a dir poco spettacolare e strizza palesemente l’occhio alle dinamiche psicologiche e mortuarie del rendez vous finale tra Achille ed Ettore nell’Iliade. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.


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